mercoledì 9 febbraio 2011

IL PANE DEI NOSTRI DENTI

Bologna. 28/01/11 Ore 22:30. Matteo Toni + Il Pan del Diavolo Covo. Me lo immaginavo un po’ come una cantina. Magari un sottoscala. Invece, seguendo un’orda di Indie assatanati, siamo arrivati in un posto fantastico. Pareti azzurre, stanze concatenate, come in un labirinto faunesco. Dove si è esibito un gruppo diverso. Davvero diverso. Rockabilly. Macchè mai. Roba contro cui neppure i vinili vecchi e consunti di cinquant’anni fa di mio padre possono competere. Perché questa è innovazione. Due chittare. Alessandro e Gianluca. Alessandro tiene il ritmo e gioca con la voce. Ritmo e grancassa. Ti chiedi dove stia la batteria, ma vedi che è tutto già risolto. Il ritmo sta nella grancassa, nella voce (e purtroppo l’acustica non era delle migliori). Grancassa a sonagli dal sapore folkloristico. Come fatto in casa, ma non altrettanto semplice. Le due chitarre si incastrano alla perfezione. Gianluca la cambia più volte, forse per mano gli è slittata pure una dodici corde. Ma non ricordo. Il pogo era troppo peso e sparpagliava troppo la gente per vedere bene cose succedeva sul palco. Quello che ho decretato -come ogni volta- l’uomo della mia vita per una sera, ha generato con la sua musica un turbine di ragazzi furentemente allegri. Tutti ragazzi, poche ragazze da queste parti. Tanti Indie chiusi nel covo, gente in giacca amaranto, capelli sparati al vento, ragazze in tacchi alti e tirate come neanche alla prima di Lanvin. Maledette snob! Infatti nel pogo loro non c'erano. A godersi il gruppo che distava pochi scalini. Nessuna transenna solo contatto diretto e forte. Gente che crollava su questa scaletta maledetta. Gente sudata e convinta. Gianluca appassionato, forte. Trasmette amore per quello che fa. Basette & Rock vintage. Per beccarmi questo show mi sono fatta l’ennesima tessera per un locale.Ne è valsa il portafoglio! Momenti corali, gente venuta da ogni dove. Autoaffermazione: “Io hoooo!” . Durante “pertanto” ho ringraziato di non pensare alle teste di cavallo del videoclip (mamma mia che spaventevoli). Improvvisazione, quasi jam. Gianluca da al pubblico un solo bis, sudatissimo e importante. Tanto scappare non potevano, sarebbero scesi dal palco e il pubblico li avrebbe divorati per averne ancora. Il tutto aperto da Matteo Toni. Suggestioni di Moltheni, poesia dolce e disincantata. Voce libera e pulita. A seguire un demo che mixava Celentano e uno statement sul rock. E poi loro, il delirio e la voce del rock d’antan. Concerto non lunghissimo, ma più che godibile. Canzoni da: “Sono all’osso”. “Università” che rivolta ad una folla di studenti era perfettamente coerente. Il mostro del “Centauro” . Eddai con questi cavalli. L’intrascrivibile “U-hi-ah-ah”. E tantissime altre mentre il mio cardigan salvafreddo è finito in un’alta pila di vestiti importabili, nel delirio collettivo. Stacca tutto dopo il bis. Ci avviamo a vedere se si può cuccare nel locale. Ovviamente sì, ma solo ragazzi non appetibili. E pure un po’ molesti. Ragazze indie si fanno foto nel bagno. Magari si facessero e basta… almeno non sarebbero in mezzo alle scatole ad impedire il passaggio! Poi andiamo dal banco del merchandise, dove ci aspetta Matteo Toni. Proviamo a mendicare qualche spilla gratis, consci di aver speso tutti i nostri averi al ristorante cinese e alla cicchetteria prima. E ci ritroviamo addirittura in mano due poster gratuiti e autografati da Alessandro e Gianluca in persona! Strette di mano e tanta gentilezza. Ci dicono che prossimamente avranno altre date nel ferrarese. Forse nella bassa. Non si ricordano, ma sicuramente io ci darò una occhiata bella e buona, lì attenderò là! Venite di persona e provate a capire se sanno cosa combina anche Giorgio Canali. Quest’ ultimo è talmente Divo che è coperto dal mistero pure da quelli della sua “tempestosa” etichetta. Grazie e arrivederci. Articolo Di DARLING!

Nessun commento:

Posta un commento